Presentazione del libro

"Una storia d'altri tempi"

10 novembre 2014

Venerdì 28 novembre presenterò “Una storia d’altri tempi” nella biblioteca del comune di Campolongo Maggiore, il mio comune; e lo farò, come indicato nella locandina, esibendo qualche mia invenzione.

Per il resto sono alle prese con una importante biografia, e naturalmente con la pubblicazione di “Una storia d’altri tempi”. Per il resto c'è poco da dire. “Una storia d’altri tempi” narra le vicende dei miei avi a partire dal mio bisnonno. Ma vuole essere principalmente la storia dei miei genitori (raffigurati nella copertina del libro). Il romanzo, perché di romanzo si tratta, seppur con nomi e importanti vicende vere, narra gli avvenimenti che hanno segnato l’esistenza di persone nate all’inizio del secolo scorso, venendo così ad essere protagonisti di episodi veri accaduti nel territorio situato tra i confini di Venezia e Padova, dove abito. Per cui per il lettore dovrebbe essere un immergersi in un’altra dimensione, che dovrebbe sollevarlo per un momento dalle incombenze quotidiane. E’ anche un libro romantico, perché ci sono vicende amorose, intrise di miseria, tragiche e bizzarre. Insomma un libro da leggere con gusto; e c’è già chi mi ha riferito che lo ha letto tutto d’un fiato, anche per lo stile scorrevole.

 

Pubblicazione del libro

"Una storia d'altri tempi"

30 settembre 2014

I libri sono arrivati la settimana scorsa, per cui non ci sono ancora presentazioni.

Viene inserita solo la prefazione e il manifesto.

 

PREFAZIONE

Una piacevole giornata di sole, e un lauto pranzo allestito come da tradizione in un grande giardino. I molti invitati, tutti parenti, sono i rappresentanti di molteplici generazioni cresciute sotto lo stesso cielo; i visi freschi di chi si è da poco affacciato all'età adulta si alternano a quelli più maturi dei nonni e degli zii che, seppur segnati dal tempo, sempre si illuminano al ricordo di un aneddoto accaduto anni prima, o stuzzicano l'uno o l'altro dei presenti con battute scherzose.

Manca il padrone di casa, voce narrante di questo romanzo, ed è inevitabile chiedersi il perché… All'improvviso dalla compagnia esce una frase pronunciata per caso, e due parole: “Giovanni… pellagra” catturano l'attenzione di un nipotino fino a quel momento distratto, che ora vuole sapere di più. L'allegra combriccola ammutolisce, nessuno si azzarda a raccontare di Giovanni.

Ecco quindi colui che non c'è comparire “virtualmente” in scena, sentendosi in dovere di narrare lui la storia della famiglia riunita, a partire appunto da Giovanni, il capostipite, che alla fine del 1800, ormai minato dalla pellagra, prova a comprendere il malcontento dei tanti come lui e si accosta alle nuove ideologie di quel periodo, diviso tra il proprio dovere di lavoratore e l'istinto di unirsi alla ribellione dei compagni per ottenere condizioni di vita migliori. Sempre vicina le è la moglie Nicoletta, donna forte e devota alla famiglia, costretta suo malgrado ad assistere al declino del marito. Giovanni cede inesorabilmente alla malattia, andando a morire nelle acque della laguna di Venezia.

Nicoletta rimane con i suoi tre figli; ma è Santina, bambina sveglia e sensibile oltre misura, che vince la vergogna pur di portare un contributo concreto per contrastare gli stenti della sua famiglia. Poi l'affascinante Giulio, venditore ambulante di vestiti e già vedovo con figli, la rende moglie e madre, prima ancora che lei riscopra quel tenero sentimento già timidamente provato per un ragazzo scomparso in guerra.

Da Giulio e Santina nascono altri figli, tra cui Severino, che si innamora di Nella, un'adolescente; il destino li lega indissolubilmente lo stesso giorno della partenza della madre di Nella per la Libia , quando lei, a 16 anni, aspetta un bambino.

Giovanni e Nicoletta, Santina e Giulio, Severino e Nella, ma anche Giacomo, Adolfo, Pierina… il narratore ci presenta ciascuno di loro nel periodo stesso della loro esistenza e da quei tempi lontani ci riconduce pian piano al presente raccontandoci le loro storie, e alla fine anche la sua, dall'epilogo triste e inaspettato.

E' un racconto scorrevole e sentito quello di Rino Gobbi, autore del libro e narratore di questa saga, nonché secondo figlio di Nella e Severino. Volutamente reso in un linguaggio semplice e spontaneo, non solo perché così sono effettivamente lui stesso e la sua famiglia, ma anche perché traspare proprio la volontà di “raccontare una storia” che emozioni, coinvolga e stimoli qualsiasi tipo di lettore. Il contesto bucolico di apertura, la dimensione fiabesca conferita alla narrazione e il romanticismo che da sempre contraddistingue lo stile dell'autore sono altri ingredienti non meno importanti per il concretizzarsi di questa intenzione.

Alla fine, ci ritroviamo anche noi in quel vasto giardino, commensali di chi di quella grande famiglia è rimasto e di chi ne darà continuazione.

Dott.ssa Elena Lezier

 

 

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