Pubblicazione del libro
"Il fascino del Brenta, storia di un amore sofferto"

martedì 8 marzo 2005


Eccoci ancora qua. Dopo un lungo periodo di oscuramento ho aperto il sito per scriverci dentro le novità. Che sono grosse, come mai lo sono state finora, perché la pubblicazione di un libro, anzi del primo libro, rappresenta per l'autore sicuramente un momento emozionante. E' la tua opera, qualcosa che tu hai creato e in cui credi, che viene dato in pasto (si fa per dire) ai lettori, che magari ti conoscono e avranno un approccio sospettoso col libro. In un libro c'è sempre una parte di te che descrivi, che rappresenta una sorta di confessione, e che se non sei forte ad assorbirne l'impatto ti troveresti disarmato, scoraggiato, pentito di avere intrapreso l'iniziativa di pubblicare qualcosa di tuo. Se poi il libro, nella fattispecie è una autobiografia, romanzata, ma sempre biografia, dovresti stare attento a cosa scrivi per non incorrere in ciò che ho detto prima, e cioè nelle conseguenze della confessione.

Da parte mia non temo alcunché perché se certe pagine svelano i lati più reconditi del mio carattere o certe scene scabrose possono addossarmi un che di vergogna, posso sempre dire che me le sono immaginate, e rivelare solo ai pochi intimi che tutto ciò è vero.
Il libro in questione "IL FASCINO DEL BRENTA STORIA DI UN AMORE SOFFERTO" non è un libro nuovo: è lo stesso che ho iniziato a scrivere all'età di venti anni, che poi ho ripreso in mano apportandoci mie esperienze, con varie digressioni, e il finale della storia con Pamela. Prima si intitolava "Quaderni sul Brenta"; ma ancora prima aveva per titolo "Storia d'amore e di pazzia"; ed ancora prima si chiamava "L'orgoglio di Marco". Insomma, ad ogni nuova stesura cambiavo il titolo: non ero mai contento del precedente. Fu il mio editore professore Armando Fiscon della casa editrice "Del noce" di Camposampiero che mi consigliò quello finale; e io so che uno che vede dall'esterno le cose le vede meglio di chi ci è dentro.

Questo libro è quello che amo di più, perché mi ritrovo in esso e, come mi si dice, pare sia un buon libro e scritto bene… ai posteri l'ardua sentenza. D'altronde, come detto, è da tanti anni che l'ho iniziato e non so quante revisioni vi abbia apportato, sempre seguendo i consigli di chi ha letto il manoscritto e soprattutto del mio editore, che consigliandomi nel modo giusto mi ha invitato a ricorreggerlo ancora. Poi l'ha corretto anche lui, poi ancora io, e a questo punto abbiamo detto basta: che sia la tipografia a darci la bozza per l'ultima rilettura. Dopodiché il libro sarà pronto.

Prima, veramente non avevo nessuna frenesia nel pubblicare: troppa fatica, avevo scritto su questo sito. Poi, qualche mese fa decisi di spedire qualche manoscritto a delle case editrici. Solo la EDN (Editrice del noce) rispose, concedendomi un colloquio. Fu l'inizio di un proficuo e sincero rapporto col professore Armando Fiscon che mi permetterà di lanciarmi anche in questo tipo di avventura.

Il libro uscirà tra poco, anche grazie a vari sponsor che contribuiranno finanziariamente ai costi della tipografia. Un grazie sentito a queste ditte alle quali è stato inviato la richiesta di contributo, e che, sono sicuro, accetteranno di fare parte anche loro di questa mia soddisfazione.

In questo periodo partecipo a pochi premi letterari essendo occupato quasi sempre con i libri. Partecipo ai più importanti, e non tanto lontani dal Veneto, perché nella sfortunata ipotesi che vincessi, dovrei intraprendere un lungo e faticoso viaggio, anche se ovviamente pieno di soddisfazioni (vedi il premio di Napoli).

Ora che "IL FASCINO DEL BRENTA STORIA DI UN AMORE SOFFERTO" è già stato dato alle stampe, mi impegnerò ad evadere i concorsi in sospeso e poi mi ributterò su un altro libro: "Mio fratello Lorenzo". Questo libro mi ha appassionato non dall'inizio, ma da quando mi trovai a metà della stesura e mi accorsi che oltre alla storia, per me ben calata, poteva avere un messaggio profondo, che andava oltre il senso della trama. In pratica, tra le righe si poteva scoprire il genere metafisico. Il libro, di cui ho ultimato la prima stesura, tratta di una fratello che torna dall'Australia, terra in cui era emigrato sentendosi in colpa per la morte del padre. Essendo malato di tumore tornerà per rivedere per l'ultima volta i luoghi della propria infanzia. Si incontrerà anche con una donna che da bambina l'aveva consolato, e se ne innamora. Ma i luoghi non sono più gli stessi, e lui oltre la morte fisica sentirà anche la morte morale perché il ricordo essendo tale non può rivivere, e perciò è una parte di te che ti viene a mancare, e se tu non sei un tutt'uno è come fossi morto. Questa in sintesi la giustificazione filosofica. Persino la donna, che fa parte del ricordo, non si sa se sia esistita o no.

E' la storia la cui trama sotto forma di racconto ha vinto a Bovolone col trofeo "Rana d'argento". La storia l'ho ambientata a Pozzonovo, paese di mia suocera Anita. Infatti mi sono chiesto: Perché dovevo ambientare le storie sempre a Campolongo? Perché bisogna conoscere bene i posti che si descrivono, è la risposta. Ma io conosco bene anche la casa di mia suocera; perché non ambientare la storia là, in quella abitazione?
Poi ho pensato che, dato che c'ero, potevo descrivere il paese soffermandomi su qualche edificio storico o comunque caratteristico. Poi, quando Anita mi ha prestato il libro di Pozzonovo, ho capito che dovevo proprio descrivere quel che c'era di interessante e ambientare i fatti in questi luoghi.
Per ora la prima stesura, di una cinquantina di pagine, non parla particolarmente di questi luoghi significativi; ma sarà mio compito rileggere il libro del paese, visitare con calma questi luoghi e calare la trama su questi posti.

Tornando ai concorsi, ho vinto qualcosa anche l'anno scorso. Ad Ascoli, dove l'anno prima ho vinto il primo premio con la commedia "Locanda a ore", il 26 settembre ho vinto il quinto premio con "Superenalotto", un'altra commedia.
Non ho potuto ritirare il premio perché quello stesso giorno aveva luogo la premiazione del concorso per le invenzioni a Mestrino PD. In questa gara nutrivo molte speranze, non fosse altro perché le mie tre invenzioni, a detta dei presenti, erano originali e utili. Ma rimasi deluso.
Il 28 novembre sono stato premiato al concorso "Pagine Estive" di Campagnola PD, con un piccolo giallo (la situazione che s'è venuta a creare era gialla); c'era una sessione per il racconto in italiano e un premio per un racconto in dialetto. Io ho presentato tutti e due i racconti senza classificarli, e così ho vinto il primo premio con il racconto in italiano e il secondo ex aequo con quello in dialetto.

 

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